Newsletter Doceat n.1/2020

Newsletter Doceat n.1/2020
"il tempo del nostro giudizio, di scegliere cosa conta e che cosa passa"

In questi giorni così difficili, ci risuona nella mente una frase Prof. Lingiardi: 

“Siamo in un tempo di apprendistato dell’ignoto e di elaborazione collettiva del trauma”.

Vediamo nella prevalenza degli obiettivi sui valori il comune denominatore di questi tempi, e pensiamo che le parole chiave filtro, attesa, pulizia sono quelle che ci servono adesso.
Ci sembra che ora sia necessario darsi filtri rispetto al cumulo di notizie, informazioni opinioni, pulire pensieri e sensi, saper aspettare nella totale incertezza, proteggendosi ma coltivando solidarietà. È quello che ci racconta l’immagine che abbiamo scelto, un albero a cui è stata applicata la tecnica giapponese di potatura, il daisugi.
 
Nei nostri incontri abbiamo riflettuto sulla teoria di Otto Sharmer, che promuove il cambiamento personale sociale, organizzativo e culturale in un percorso a U da fare insieme ad altri, che va dal noto e conosciuto, – il nostro sistema di riferimento, con le nostre convinzioni, personali e culturali- verso un futuro che non assomigli al passato e che possiamo co – costruire insieme.
 
(Se ti  interessa approfondire questa teoria, clicca qui e leggi anche tu questo articolo che ci è sembrato profetico del tempo che stiamo attraversando, insieme: https://www.peoplerise.net/it/innovazione-pensiero-sistemico-la-teoria-u-otto-sch)
 
Ancora sono vive in noi le parole che sottolineavano il “Mi Importa” di Papa Francesco il 27 marzo: parole come Coraggio, Dedizione, Riscatto, Valorizzazione, Corresponsabilità, Fragilità, Conforto, Disperazione, Allarme, Fiducia, Paura, Vulnerabilità, Sicurezza, Solidarietà, Isolamento, Speranza, Affanno di onnipotenza, Creatività..E, diceva ancora Francesco, “caduto il trucco degli stereotipi con cui ci mascheravamo……è il tempo del nostro giudizio, di scegliere cosa conta e che cosa passa”.  
Ma è proprio caduto il trucco? Questa può essere una base di riflessione con voi che ci leggete…
Noi pensiamo che si possa costruire del nuovo con desiderio di profonda intimità nonostante, come dice Brené Brown, ricercatrice americana, sia per tutti “la prima volta, la dannatissima prima volta”. Mai nessuno al mondo ha avuto a che fare con una Pandemia, mai nessuno conosceva questo terribile virus che oggi ci incalza da vicino.
Stare nella vulnerabilità non è facile quando non sappiamo distinguere tra quanto sia la minaccia di pericolo e quanto sia il pericolo vero e proprio.
Ci stiamo adattando a giocare tutti ad un immenso “gioco” che possiamo chiamare “Com’è terribile questo COVID 19!”, immobilizzati nella nostra vulnerabilità. E questo aumenta una solitudine cronica che ci fa cercare solo modalità di sopravvivenza personali.
Il trauma che stiamo vivendo andrebbe elaborato e trasformato vivendo in contatto emotivo con gli altri, connessi agli altri. Così non avviene e viviamo con schemi difensivi di distacco.
 
Per finire, vi proponiamo anche ad altre parole chiave, “sempre verdi” e “acqua e sapone”, con le quali vogliamo stare nelle nostre relazioni professionali:
 
Curiosità
Collaborazione
Sintonia
Flessibilità
Cambiamento
Co-regolazione
Riparazione